Qualche anno fa (non molti, ma mi sembra passata una vita) avevo paura di tutto. Ero sempre in ansia, in allerta per qualcosa, il mio corpo mi spaventava e ogni sintomo mi faceva pensare al peggio. Di acciacchi ne avevo (e pure tanti!), ma la paura era forse il male peggiore.
Poi pian piano le cose son cambiate. Ho smesso di ingurgitare farmaci (soprattutto quelli solo sintomatici) senza capire e ho imparato a cercare le cause piuttosto che preoccuparmi dei sintomi. Ho imparato ad avere pazienza, ad ascoltarmi e ad ascoltare il corpo, a dargli il tempo di reagire, aiutandolo, quando possibile, col cibo giusto e prodotti naturali appropriati.
Immaginate la mia gioia quando ho ricevuto una proposta di collaborazione da parte di Naturadiretta, una meravigliosa e giovane realtà che, tramite il suo sito e-commerce, offre a chi vuole curarsi con rimedi naturali le migliori soluzioni possibili (principalmente integratori e dermocosmetici) in svariati campi, con una particolare attenzione all’universo della donna e ai problemi urogenitali.
Per Natale hanno deciso di sorprendere le loro clienti, attraverso la pubblicazione, sul loro blog, di ricette “delle feste”, da mangiare in tutta sicurezza perché pensate e cucinate in modo da non favorire le infiammazioni.
Non posso neanche descrivere quanto io mi senta onorata per essere stata scelta per l’ideazione e la realizzazione di queste ricette.
Qui la mia prima proposta: delle sontuose tagliatelle al ragù bianco di lenticchie e fichi secchi. Ecco la ricetta.
***
Grado di difficoltà:
Tempo di realizzazione
- 6-8 h ammollo delle lenticchie (consigliato)
- 10 minuti preparazione
- 30-40 minuti cottura
Ingredienti (per 4 persone)
Per le lenticchie
150 g di lenticchie (del tipo piccolo, di montagna oppure nere Beluga)
un pezzetto di alga kombu (consigliata)
Per le tagliatelle
300 g di tagliatelle*
1 cipolla media
qualche foglia di salvia
qualche foglia di alloro
4 fichi secchi
1 Cucchiaio ca. di aceto di mele (o altro aceto delicato)
30-50 g di parmigiano**
olio extra vergine di oliva e sale q.b.
pepe macinato fresco
*potete scegliere tagliatelle fresche all’uovo o anche delle tagliatelle essiccate (con o senza uova) di buona qualità. È sempre preferibile optare per pasta di farina di farro o altri cereali antichi, biologica, poco raffinata e macinata a pietra.
**per una versione vegana si omette il parmigiano e si prepara una manteca con:
2 porri medi
1 Cucchiaio di tahin o burro di mandorle
Preparazione:
Sbucciate e tritate piuttosto finemente la cipolla, fatela stufare a fuoco basso in una casseruola con 4 cucchiai di olio e un bel pizzico di sale, finché non sarà diventata trasparente (potrebbe impiegarci una decina di minuti).
Quando inizierà a dorare, alzate leggermente la fiamma, unite la salvia e l’alloro mescolando in continuazione, aggiungete le lenticchie (scolate e private dell’alga) e circa mezzo litro d’acqua.
Abbassate la fiamma e lasciate che le lenticchie cuociano dolcemente per una ventina di minuti, o fino a quando saranno cotte (ma sempre piuttosto sode, non dovranno essere “spappolate”). A questo punto aggiustate di sale ed eventualmente di pepe (si consiglia un pizzico di pepe macinato fresco di ottima qualità) ed eliminate salvia e alloro.
Nel frattempo togliete il picciolo ai fichi secchi e tagliateli a dadini piccolissimi. Scaldate due cucchiai di olio in un padellino, unite i fichi e, mantenendo un fuoco piuttosto vivace, cuoceteli finché non inizino a caramellare. A questo punto sfumate con uno schizzo di aceto delicato e lasciate che il liquido si riduca completamente (questa operazione va a “bilanciare” l’eccessiva dolcezza dei fichi).
Cuocete le tagliatelle e accendete il fuoco sotto il ragù. A 2-3 minuti dal termine del tempo previsto sulla confezione o comunque quando saranno ancora piuttosto al dente, in caso di pasta fresca, abbassate il fuoco sotto la casseruola contenente il ragù e adagiatevi all’interno le tagliatelle aiutandovi con delle pinze o con dei servi-spaghetti. Aggiungete un paio (o più se c’è bisogno) di mestoli di acqua di cottura, alzate un pochino la fiamma e mescolate vigorosamente, per permettere alle tagliatelle di assorbire l’acqua di cottura (ricca di amido) e il condimento. Quando saranno cotte spegnete il fuoco, aggiungete i fichi e il parmigiano (possibilmente in scaglie) e continuate a mescolare ancora per 2-3 minuti, in modo che possano “mantecarsi” e creare una sorta di “cremina”. Aggiungete ancora qualche cucchiaio di acqua cottura se doveste rendervi conto che le tagliatelle “ve lo chiedono”, ossia assorbono velocemente il condimento e tendono a seccarsi altrettanto velocemente. L’acqua di cottura permetterà agli ingredienti di “legarsi” e darà alle tagliatelle un aspetto invitante e cremoso.
La versione vegana
Qualora non amiate o non vogliate/possiate consumare formaggi, potete usare una manteca vegetale.
Prima di cuocere la pasta, lavate e mondate i porri e tagliateli a fettine piuttosto sottili. Metteteli a rosolare in una padella dal fondo spesso a fuoco molto basso, con un pizzico di sale, finché non saranno diventati trasparenti. A questo punto alzate la fiamma, sfumate con aceto (preferibilmente di mele o aromatizzato) e fate ridurre. Ripetete l’operazione con acqua un paio di volte finché i porri non risulteranno morbidi e caramellati.
Ora potete spegnere il fuoco e frullare i porri (anche con un frullatore a immersione) insieme ad un cucchiaio di tahin o di burro di mandorle, aggiungendo qualche goccio d’acqua o latte vegetale se la manteca dovesse risultare troppo asciutta.
Usate la cremina per mantecare le tagliatelle al posto del parmigiano nella fase finale della preparazione, ricordandovi di aggiungere sempre un po’ di acqua di cottura della pasta, qualora ce ne fosse bisogno.
Precisazione: perché ammollare i legumi?
Anche se con le lenticchie non è strettamente necessario (a differenza che con altri legumi), è consigliabile metterle a bagno almeno 6-8 ore con un pezzettino (grande quanto un francobollo) di alga kombu. L’ammollo permette ai legumi di eliminare alcune sostanze anti-nutrienti che contengono. L’aggiunta dell’alga kombu nell’acqua di ammollo (e, nella maggior parte delle preparazioni, anche in cottura) ne migliora, inoltre, la digeribilità e ne riduce gli effetti collaterali. Normalmente va eliminata quando il legume ha completato la cottura, ma in questo caso non è consigliabile tenerla in cottura, perché potrebbe essere “di intralcio” nella preparazione del ragù. L’alga è facilmente reperibile nei negozi e e-commerce di alimenti biologici o naturali e non rilascia alcun sapore. Qualora non riusciste a reperirla o non aveste tempo per procedere all’ammollo, potete ometterla oppure saltare questo passaggio e passare direttamente alla preparazione del ragù. A differenza, infatti, di legumi come ceci o fagioli, la quantità di sostanze anti-nutrienti contenuta nelle lenticchie è minima, per cui possiamo una tantum permetterci di chiudere un occhio.
Buon appetito!
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